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Filosofia e nuove tecnologie

Germana Buffetti - Medea

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Premesso che non sono una filosofa nè una navigatrice (in Internet, ovviamente,o almeno "non ancora"), ho trovato molto stimolanti gli argomenti affrontati da Rosy Braidotti nell’intervista pubblicata dalla rivista DECODER qualche mese fa.

L’intervista era stata realizzata ad Amsterdam durante il convegno "Tactical media 1996".

Braidotti sostiene che le nuove tecnologie stanno assumendo un’importanza cruciale per tutti e in particolare che le donne non possono assolutamente stare fuori dal dibattito filosofico che queste hanno innescato pena il rischio di non farcela a "negoziare il passaggio alla prossima fase culturale".

Non entro qui nel merito delle sue argomentazioni riguardanti le origini del femminismo e le distorsioni delle teorie della differenza sessuale (Irigaray e Muraro) e gli assunti culturali che queste sottendono ma che non sono state conosciute adeguatamente in Italia (Lacan, Deleuze, Darrida),perchè sarebbe un discorso troppo lungo e complesso.

Mi limito perciò al suo discorso sul corpo che mi pare la parte più interessante e fruibile ai fini del tema affrontato :

il rapporto tra le donne e le nuove tecnologie.

Braidotti critica la visione antiquata, non più attuale del corpo in cui si è chiuso il femminismo italiano. Critica il fatto che non ci sia stato lo sforzo di vedere come il corpo non sia una cosa che si possa dare per scontata, fissa e chiara, ma si debba invece vedere come qualsosa di molteplice; si debba parlare di corpi o situazioni o fasi dell’esperienza.

Se si accetta questa interpretazione si smonta di conseguenza il tradizionale dualismo corpo/ragione.

Interessante la sua affermazione circa la necessità che il femminismo si stacchi dall’umanesimo di base cui è rimasto ancorato, retaggio della sua marcata radice illuminista. Occorre entrare del tutto nella nuova fase postumanistica o postumana, altrimenti si aprirà un momento di grave crisi che farà perdere a noi donne "il treno di questa rottura culturale"

Alla luce di queste considerazioni si dichiara favorevole al cyberfemminismo anche se fenomeno un po alla moda, in quanto movimento che ha un rapporto più positivo e creativo con le tecnologie, malgrado il fatto che il rapporto donne/tecnologie sia effettivamente complicato, specialmente per quanto riguarda le biotecnologie.

Mi pare condivisibile la sua affermazione che ci sia oggi un rapporto più ludico e leggero con le macchine che segna un vero passaggio generazionale nel femminismo. E questo fatto è visibile anche nel passaggio all’uso di nuove forme di espressione che esulano dalla carta (la scrittura, il libro come rappresentato da un personaggio emblematico come Simone De Beauvoir).

Braidotti sottolinea inoltre anche come vi sia oggi un rapporto più aperto con donne di altre parti del mondo (specie nei paesi in via di sviluppo) a cui queste stesse tecnologie danno un supporto del tutto nuovo e ormai fondamentale.

Sta, insomma, crescendo nel mondo la convinzione da parte delle donne che non si possa più fare a meno di questi strumenti e che occorra appropriarsi del loro uso in funzione femminista.

E’ questo un dibattito abbastanza recente, in particolare in Italia che è stato avviato pubblicamente, a quanto mi risulta, dalla rivista padovana femminista Madreperla nel Convegno organizzato a Brenzone sul Garda dal titolo "Chi ha paura di internet?" nel 1995 cui ha fatto seguito una ricerca su "Chi sono, cosa vogliono, cosa esprimono le donne italiane on line" condotta nel 1996 e pubblicata su Infoperla ’97, figlia telematica di Madreperla.

Riferimento centrale nella riflessione avviata e portata avanti da questo gruppo è appunto il pensiero della Braidotti di cui il citato Infoperla 97 riporta un lungo articolo dal titolo "Cyberfeminism With a Difference".

Per chi volesse approfondire l’argomento consiglierei di far seguire all’articolo apparso su Decoder la lettura di questo,sempre che non rappresenti una difficoltà il fatto che è in inglese.

Le argomentazioni che porta sono anche qui molto stimolanti, oltre al fatto che si dimostra attenta e interessata lettrice di opere cyborg, ma critica l’immaginario cyborg in quanto ha di negativo perchè stereotipato, misogino e violento e mette in guardia le donne dal credere a quanto la tecnologia dei computer sembra promettere :un mondo al di là delle differenze di genere. Invece, sostiene,il gap legato al genere non solo permane ma tende ad aumentare. Sta percò proprio alle donne usare la tecnologia in controtendenza, usando la loro immaginazione collettiva.

Per tornare all’intervista pubblicata da Decoder, interessante è la parte in cui parla della figura femminile nel Cyberpunk e della femminilizzaaione del modello maschile. Cita i libri di Gibson così pieni di immagini del femminile e di quelli di Giddens dove il modello attuale di maschio è soft, femminilizzato, ma questo è il tratto distintivo del tardo patriarcato contemporaneo.

Questo è infatti il modello della mascolinità moderna,qualcosa che ha a che fare con la crisi di un modello preciso, che non si rivolge direttamente alle donne.

E’ una riorganizzazione nell’essere uomo che lei approva ed è importante, ma che non esime le donne dal fare contemporaneamente un loro lavoro di riorganizzazione nell’essere donne.

E questo è necessario perchè la relazione tra i due sessi è sostanzialmente asimmetrica (come ha fatto notare Irigaray) e questa asimmetria va rispettata.

Braidotti giudica infine positivamente la metafora del femminino nel cyberspazio e riconosce valore in tal senso a scrittrici come Pat Cadigan e Kathy Acker che non si rifanno ad un romanticismo della matrice come invece si trova nei testi di Gibson e di altri. Ho trovato interessante a questo proposito la citazione che fa nell’articolo comparso su Infoperla di film di sf e di sf horror dove compare la sindrome del femminile mostruoso come in Alien.

# Il sito di Decoder, la rivista di cultura cyberpunk

# Cos’è il Cyberfemminismo (da Decoder)
http://www.csmtbo.mi.cnr.it/decoder...

# Cos’è la cultura cyberpunk (da Decoder) in italiano
http://fs009mi.iol.it/decoder/cybcu...

# Stralcio dal manifesto Cyborg (in italiano) tratto da Decoder
http://www.csmtbo.mi.cnr.it/decoder...


http://www.provincia.venezia.it/medea/dic97.htm


1997-11


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